Pkk terrorista? No, ammette la Corte di Giustizia europea
11.12.2018 18:48Pkk terrorista? No, ammette la Corte di Giustizia europea
La notizia non è da poco. Con un comunicato del 15 novembre 2018, la Corte di Giustizia Europea in Lussemburgo ha dichiarato che il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) tra il 2014 e il 2014 era rimasto inserito ingiustamente nella lista Ue della organizzazioni terroristiche (la lista viene rinnovata ogni sei mesi). Quanto all’inserimento del PKK, risaliva al 2002: su richiesta turca e suggerimento statunitense.
Tale decisione viene ora rimessa in discussione – se non addirittura sconfessata – dalla stessa Corte di Giustizia Ue in quanto le ragioni di tale inserimento non sarebbero state all’epoca sufficientemente motivate e dimostrate.
Di conseguenza tutte le relative decisioni sono da considerarsi nulle per errori procedurali.
All’udienza avevano partecipato gli avvocati del Consiglio Europeo, della Commissione Europea, del Regno Unito e del PKK.
Quattro anni fa, Murat Karayılan e Duran Kalkan (dirigenti del PKK contro cui gli Stati Uniti hanno appena emesso un “bando di ricerca” con relativa taglia; non credo proprio si tratti di coincidenza ma piuttosto di un modo per screditarli) avevano presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea
Nelle odierne motivazioni della sentenza la Corte spiega che l’inserimento del PK era stato giustificato riportando alcuni episodi “non sufficientemente documentati dal punto di vista giuridico”. In particolare, non si sarebbe tenuto conto dei cambiamenti politico-strategici dell’organizzazione curda e del suo ruolo attuale in Medio Oriente.
Criticata anche la decisione di utilizzare come argomentazioni le sentenze emesse da tribunali turchi in processi in cui – secondo quanto ha dichiarato la Corte Ue – non sarebbe stato sufficientemente garantito il diritto alla difesa degli imputati. Sentenze oltretutto non adeguatamente verificate dal Consiglio Ue. Stessa valutazione per quelle emesse da tribunali statunitensi.
Si afferma inoltre che il divieto del PKK nell’UE e nel Regno Unito risaliva agli anni 2001 e 2002 e che si sarebbe dovuto tener conto dei recenti sviluppi: la dichiarazione di cessate il fuoco dal 2009, i colloqui di pace con lo Stato turco…
Nel comunicato ovviamente viene citato l’appello per la pace di Öcalan in occasione del capodanno curdo del 21 marzo 2013. Questo appello – si sottolinea – era stato appoggiato in una dichiarazione congiunta sia dall’incaricata dell’UE per gli affari esteri Catherine Ashton sia dal Commissario per l’Allargamento dell’UE Stefan Füle.
Rimessa in discussione anche la decisione di divieto (nella Ue e nel Regno unito) risalente al 2001. All’epoca era stata motivata in riferimento a 69 azioni armate – presunte, a questo punto – da parte del PKK o di gruppi collegati. Tuttavia nessuna di queste accuse era stata confermata da tribunali di un Paese UE. Così la Corte di Giustizia Ue ha ribadito che la veridicità di simili accuse deve essere provata.
Respinta comunque, almeno per ora, la richiesta di una cancellazione retroattiva del PKK dalla lista a partire dal 2002. Analogamente, per quanto riguarda le decisioni sulla lista Ue delle organizzazioni terroristiche per il 2018, queste non vengono modificate dall’attuale sentenza.
In ogni caso, un passo avanti nel rimettere in discussione la criminalizzazione del movimento di liberazione curdo.
Decisione quella della Corte di Giustizia Europea – va detto – in aperto contrasto con il recente “bando di ricerca” (e relativa taglia) emesso dagli USA nei confronti di tre leader curdi: Cemil Bayik, Murat Karayilan, Duran Kalkan. Contro tale iniziativa statunitense in molte città europee (Amburgo, Roma, Reims, Berlino, Basilea, Pforzheim…) si sono svolte manifestazioni di protesta.
KCK: la taglia contro i leaders del PKK lanciata dagli USA è parte del complotto
Dichiarazione della KCK sulla ricerca internazionale di quadri dirigenti del PKK da parte degli USA
Gli USA offrono diversi milioni di dollari per notizie sui luoghi di soggiorno di tre quadri dirigenti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK. Sono stati emessi corrispondenti mandati di cattura contro il co-Presidente del Consiglio Esecutivo della KCK Cemil Bayık e di due membri del Comitato Esecutivo del PKK Duran Kalkan e Murat Karayılan, ha dichiarato il rappresentante Ministero degli Esteri USA, Matthew Palmer, martedì dopo una visita ad Ankara.
La co-Presidenza del Consiglio Esecutivo della KCK ha criticato questa indagine come “parte del complotto contro il Presidente Apo“ e ha invitato la popolazione e le forze democratiche, „a mobilitarsi immediatamente contro questo attacco. La posizione contro questo attacco si deve unire alla lotta per la libertà del Presidente Apo [Abdullah Öcalan] e contro il complotto. In questo senso i curdi devono portare avanti la loro lotta i tutti i luoghi in cui si trovano insieme alle forze democratiche nel modo più ampio e diffuso.”
Nella dichiarazione scritta della co-Presidenza del Consiglio Esecutivo della KCK si afferma:
“Gli USA su una base infondata hanno emesso un mandato di cattura contro alcuni fondatori del PKK e quadri dirigenti del Movimento di Liberazione Curdo, contro i nostri compagni Cemil Bayık, Duran Kalkan e Murat Karayılan, che ricoprono posizioni nella direzione di PKK, KCK e HPG e promesso premi per coloro che li segnalano. Questo atteggiamento ostile nei confronti del nostro movimento di liberazione è privo di qualsiasi fondamento in senso politico, sociale o morale. Si tratta di una decisione presa interamente sulla base di interessi politici e ideologici. Questa può nascere solo da un atteggiamento ostile e, nelle persone dei nostri compagni, si rivolge non solo contro PKK, KCK e HPG, ma rappresenta un attacco contro l’intero popolo curdo che lotta per la libertà e la democrazia.
Questa decisione è la continuazione del complotto
Senza dubbio gli Stati che eseguono il genocidio nei confronti del popolo curdo, le forze regionali e retrograde e i loro sostenitori internazionali, fin dall’inizio si sono poste in modo ostile nei confronti del Presidente Apo e del movimento curdo guidato dal PKK e li vogliono annientare. Gli obiettivi perseguiti dall’attuale attacco somigliano a quello contro il Presidente Apo iniziato il 9 ottobre 1998 e che il 15 febbraio 1999 ha portato alla sua carcerazione nella galera di Imralı. La decisione priva di sostanza degli USA ha la qualità della prosecuzione di una parte del complotto internazionale contro il Presidente Apo. Anche il fatto che il complotto del 1999 sia stato in larga misura sventato dalla forza mentale del Presidente Apo e dalla nostra lotta di liberazione guidata dal PKK, e che la lotta di liberazione del popolo curdo abbia raggiunto un livello al quale influenza profondamente la politica del Medio Oriente, è direttamente collegato a questa decisione degli USA.
D’altronde la lotta di liberazione del popolo curdo non influenza solo la lotta di liberazione dei popoli del Medio Oriente, ma ha aperto a tutti i popoli del mondo un nuovo terreno e un nuovo orizzonte per la lotta per la libertà e la democrazia. La concezione della nazione democratica e dell’autogoverno democratico-confederale della società come alternativa allo Stato, è diventata in tutto il mondo un’alternativa per la soluzione dei problemi politici, sociali ed economici. Sia i sindacati in Inghilterra, considerata la terra di origine del sindacalismo, sia a livello mondiale le forze democratiche, scrittrici e scrittori e intellettuali hanno iniziato una campagna per la sicurezza, la salute e la libertà del Presidente Apo. Che gli USA abbiano preso una simile decisione in una fase nella quale il popolo curdo e le forze democratiche sono attive con la parola d’ordine ‚Rompiamo l’isolamento, abbattiamo il fascismo e liberiamo il Kurdistan‘ significa che si tratta di impedire un tale sviluppo.
Se si tiene conto del momento in cui cade questa dichiarazione degli USA, che non rappresenta altro che un attacco contro il nostro movimento di liberazione, degli sviluppi politici in tutto in Medio Oriente, del’influenza del Presidente Apo e il ruolo del PKK, diventa chiaro che questo atteggiamento è un complotto contro il movimento di liberazione e un infame attacco contro il popolo curdo. La lotta di liberazione del popolo curdo si è sviluppata ovunque e si è avvicinata in modo significativo all’obiettivo di una vita libera e democratica per i curdi. Questo complotto che si vuole mettere in atto contro il PKK, rappresenta un sostegno per le forze coloniali genocide che respingono la nostra lotta di liberazione e vogliono rendere permanente il loro dominio sui curdi.
Negli scorsi 40 anni il PKK ha avuto un’influenza decisiva sugli sviluppi in Kurdistan. Anche per l’esistenza delle forze politiche curde oppositrici del PKK e per la loro influenza politica, questa lotta lunga 40 anni ha un ruolo. In tutte le parti del Kurdistan è impossibile fare un’analisi degli sviluppi nazionali, politici o sociali, senza percepire il ruolo del PKK. Che l’ostilità nei confronti dei curdi rappresenti soprattutto inimicizia nei confronti del Presidente Apo e del PKK è espressione di questa realtà.
Il PKK ha opposto la massima resistenza contro questi attacchi
Negli anni passati la politica in Medio Oriente – e in tutto il mondo – si è occupata più di tutto degli attacchi dello Stato Islamico. Il PKK ha fermato il genocidio di una delle più antiche culture religiose dell’umanità, gli ezidi, sullo Şengal, e impartito alle forze politiche regionali, così come alle forze politiche internazionali, una lezione morale. I combattenti della guerriglia delle HPG delle YJA-Star hanno fermato l’attacco di IS davanti alle porte di Hewlêr. Coloro che hanno eliminato la minaccia da parte di IS per Kerkûk e Silêmanî, sono stati i peshmerga e di nuovo la guerriglia delle HPG e le YJA-Star. Nella resistenza di Kobanê, che è stata sostenuta dalla gente di tutto il mondo, al fianco delle YPG e YPJ hanno combattuto anche combattenti della guerriglia delle HPG e YJA-Star riportando molte vittime. Il PKK non ha combattuto solo contro IS, ha intrapreso passi molto importanti per creare nella concezione della nazione democratica un nuovo Medio Oriente, che si basa sulla fratellanza delle popolazioni arabe, curde, suryoye, armene, circasse, persiane e turche.
I e le combattenti delle YPG e YPJ, che dicono di sé di combattere secondo la linea del Presidente Apo, sono state ricevute nella sede governativa in Francia, rappresentanti della Rivoluzione del Rojava sono stati salutati nel Ministero degli Esteri USA. Questo è noto a livello mondiale. In questi anni Erdoğan e il governo dell’AKP e i loro rapporti con IS sono stati discussi nel modo più aperto. Ora gli USA, promettendo premi per informazioni per la cattura di responsabili di PKK, KCK e HPG, che hanno fatto grandi sacrifici nella lotta contro IS, sostengono Tayyip Erdoğan e l’AKP nella loro politica nemica dei curdi e della democrazia.
Il nostro popolo e le forze democratiche si devono mobilitare immediatamente.
I popoli di tutto il mondo e le forze democratiche sanno che il Presidente Apo è un precursore per la libertà della donna e la libertà della società, che il PKK rappresenta l’avanguardia nella lotta per la libertà e le HPG come forza della guerriglia di uno dei popoli più antichi del mondo, il popolo curdo, ne conduce la lotta di liberazione. I motivi politici e ideologici degli USA, e anche le accuse più infondate, non possono distorcere questa realtà. E il governo degli Stati Uniti non può rendere credibili queste brutte accuse nei confronti del popolo dal quale traggono legittimità. Gli USA hanno preso questa decisione sulla base del loro vantaggio politico ed economico e si sono resi complici di forze genocide e coloniali. Mentre il nostro popolo e le forze democratiche si aspettavano dagli USA un’autocritica per la loro partecipazione al complotto del 1999 contro il Presidente Apo, l’assunzione di un simile atteggiamento sarà giudicato oggi dai popoli, e domani dalla storia.
È impensabile che il popolo curdo, i popoli del Medio Oriente e le forze democratiche del mondo tacciano di fronte a una decisione così infondata e immorale. Il fatto che oggi, quando viene chiesta la liberazione del Presidente Apo e la rimozione del PKK dalla lista UE delle organizzazioni terroristiche, viene mosso questo attacco contro i nostri compagni Duran Kalkan, Cemil Bayık e Murat Karayılan, certamente porterà a una presa di posizione e a una lotta delle forze democratiche. Contro questo attacco come parte del complotto contro il Presidente Apo, il nostro popolo e le forze democratiche devono mobilitarsi immediatamente. La posizione nei confronti di questo attacco deve unirsi alla lotta per la libertà del Presidente Apo e contro il complotto. In questo senso i curdi devono portare avanti la loro lotta i tutti i luoghi in cui si trovano insieme alle forze democratiche nel modo più ampio e diffuso. Deve essere espresso in modo molto chiaro che questo attacco contro i nostri compagni con l’obiettivo di annientare il movimento di liberazione curdo, non viene accettato e che si lotterà contro questo attacco che sostiene il genocidio dei curdi.”
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