natale in palestina, tra i diritti negati
27.12.2020 19:03Natale in Palestina, tra i diritti negati
È Natale, un’importante festività da vivere in famiglia, in pace, tra gli affetti più cari; tuttavia, in Palestina, la Terra Santa, culla di Gesù, i nativi palestinesi se ne stanno al freddo, con le proprie case demolite dalle forze di occupazione, in Cisgiordania come nella Striscia di Gaza o a Gerusalemme.
Report: i coloni lanciano attacchi sistematici alle proprietà palestinesi. I continui attacchi da parte dei coloni contro i palestinesi fanno parte di una vasta campagna volta a conquistare più terre palestinesi e imporre nuove realtà sul terreno, ha avvertito mercoledì B’Tselem.
“Questi attacchi vengono effettuati con il pieno supporto dell’esercito e del governo israeliano”, ha affermato Kareem Jubran, direttore del dipartimento di ricerca sul campo di B’Tselem, evidenziando che l’esercito e il governo israeliani sostengono le posizioni estremiste dei coloni israeliani.
Parlando a Palestine Voice Radio, Jubran ha detto che i coloni israeliani hanno recentemente aumentato i loro attacchi in molte città e villaggi palestinesi nella Cisgiordania occupata. Gli attacchi dei coloni, ha sottolineato, sono protetti dall’esercito di occupazione e dalla polizia.
Nel frattempo, il direttore del Comitato anti-muro e insediamenti, Murad Ishtiwi, ha dichiarato:
“C’è un’altra campagna, condotta dall’esercito di occupazione israeliano e dalla polizia, che prende di mira negozi, case e veicoli palestinesi”.
Ha aggiunto che tale campagna viene condotta in parallelo a quella dei coloni estremisti contro le proprietà palestinesi.
In Cisgiordania la violenza dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà è routine ed è raramente perseguita dalle autorità israeliane.
“La violenza dei coloni non dovrebbe essere analizzata separatamente dalla violenza inflitta dall’esercito israeliano, ma vista nel contesto più ampio della violenta ideologia sionista che governa interamente la società israeliana”, ha scritto l’autore palestinese ed editore di The Palestine Chronicle, Ramzy Baroud.
“La violenza dei coloni è diventata da tempo parte della vita di tutti i giorni dei palestinesi sotto l’occupazione”, afferma il Gruppo per i Diritti Umani B’tselem. “Le forze di sicurezza israeliane permettono queste azioni, che si traducono in vittime palestinesi – feriti e morti – così come danni alla terra e alla proprietà. In alcuni casi servono anche come scorta armata, o addirittura si uniscono agli attacchi”.
Tra i 500.000 e i 600.000 israeliani vivono in insediamenti per soli ebrei nella Gerusalemme Est occupata e nella Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale.
Coloni attaccano palestinesi a Hebron e Valle del GiordanoAl-Khalil/Hebron –
PIC. Domenica, coloni ebrei hanno attaccato contadini e pastori palestinesi nella Valle del Giordano settentrionale e ad al-Khalil/Hebron.
Aref Daraghmeh, un attivista per i diritti umani, ha dichiarato che i coloni hanno attaccato i pastori nella zona di Ain al-Hilweh, ferendo Hilal Adel Daraghmeh alla testa.Daraghmeh ha sottolineato che l’area settentrionale della Valle del Giordano è sotto costante attacco da parte dei coloni, con l’obiettivo di sequestrare ulteriori terre, costruire strade per soli coloni e sfrattare gli abitanti palestinesi.
Nel frattempo, i coloni hanno attaccato i contadini palestinesi nel villaggio di Susiya, ad est di Yatta.
Ratib al-Jabour, coordinatore dei Comitati popolari e nazionali per la resistenza contro il Muro dell’Apartheid e le colonie, ha affermato che i coloni di Susiya, che si trova sulle terre palestinesi ad est di Yatta, hanno aggredito i contadini della famiglia Harini, a Wadi al-Rakhim.
Ha aggiunto che i coloni hanno impedito agli agricoltori di lavorare alle loro terre. I contadini li hanno affrontati e diversi palestinesi sono rimasti feriti.
Jabour ha aggiunto che queste aggressioni fanno parte di una serie di attacchi continui che i coloni effettuano contro i cittadini e le loro proprietà a Yatta, impedendo loro di accedere alle loro terre, coltivarle e pascolare il bestiame. Questi attacchi mirano ad impossessarsi delle terre per l’espansione delle colonie.
Gerusalemme, famiglia palestinese costretta a demolire la propria casa a Silwan
Gerusalemme/al-Quds-Quds Press e PIC. Lunedì sera, le autorità israeliane di occupazione (IOA) hanno costretto una famiglia di Gerusalemme a demolire la loro casa a Silwan, nella Gerusalemme occupata, con il pretesto della costruzione senza permesso.
Fonti locali hanno riferito che la polizia israeliana ha costretto i membri della famiglia Ghaith ad abbattere la loro piccola casa a Wadi Qaddum, a Silwan, dopo aver ricevuto un avviso di demolizione.
L’IOA ha comunicato alla famiglia di Ghaith l’ordine di demolizione della casa, altrimenti i bulldozer israeliani avrebbero provveduto all’operazione, obbligandoli al pagamento della somma di 45mila shekel, circa 13mila dollari, come costi di abbattimento.
I gerosolimitani sono costretti a demolire le loro case con le proprie mani per evitare di incorrere in esorbitanti spese di demolizione e multe imposte dalla municipalità di occupazione.
Le demolizioni avvengono con il pretesto della costruzione senza licenza mentre in realtà hanno lo scopo di impedire la crescita naturale dei palestinesi, aggredirli e confiscare le loro terre per ebraicizzare la Città Santa e imporre il pieno controllo sul territorio.
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