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Inail, a settembre ripartono i contagi Covid sul lavoro: oltre 54 mila denunce, otto su dieci al Nord

22.10.2020 07:31

Inail, a settembre ripartono i contagi Covid sul lavoro: oltre 54 mila denunce, otto su dieci al Nord

 
Numeri in crescita dopo il rallentamento post-lockdown: le nuove denunce tornano a superare quota mille (1.919). I decessi sono saliti a quota 319. Le donne si ammalano di più, ma la mortalità riguarda nella stragrande maggioranza dei casi gli uomini
21 Ottobre 2020  
MILANO - Con settembre sono ripartiti i contagi Covid sul lavoro, dopo il rallentamento post-lockdown: lo certifica l'Inail, che al 30 settembre scorso ha registrato 1.919 denunce in più rispetto al monitoraggio del 31 agosto, che portano i casi di infezione da coronavirus di origine professionale a sfondare la quota di 54 mila. I casi mortali sono saliti a 319, sedici in più del mese precedente.
Seguendo l'evoluzione del quadro mese per mese, l'Inail sottolinea "che al picco dei contagi sul lavoro dei mesi di marzo e aprile è seguito un ridimensionamento a maggio e, soprattutto, nei mesi estivi di giugno-agosto, con un andamento al di sotto dei mille casi mensili, anche per effetto delle ferie di cui hanno goduto molte categorie di lavoratori. In settembre, però, è emersa una recrudescenza dei casi denunciati, che hanno superato nuovamente quota mille, numero destinato ad aumentare ulteriormente nella prossima rilevazione, per effetto del consolidamento particolarmente influente sull'ultimo mese della serie".
Si conferma la tendenza che vede concentrare i decessi tra gli uomini, nonostante i contagi riguardino in misura maggiore le donne, e le aree del Nord come maggiormente colpite.
Specifica infatti l'Istituto che i decessi riguardano nell'84% dei casi gli uomini, in particolare nelle fasce 50-64 anni (69,9%) e over 64 anni (19,4%), con un'età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale denunciate, il rapporto tra i generi si inverte - circa sette contagiati su 10 (70,7%) sono donne - e l'età media scende a 47 anni.
A livello territoriale, oltre la metà delle denunce (il 55,1%) riguarda lavoratori del Nord-Ovest, seguito da Nord-Est (24,4%), Centro (11,9%), Sud (6,2%) e Isole (2,4%). Resta simile la quota di decessi nel Nord-Ovest (56,7%) mentre balza al secondo posto il Sud con il 16% e vfa a precedere il Nord-Est (13,8%), il Centro (11,6%) e le Isole (1,9%). La Lombardia resta la regione più colpita, con il 35,2% dei casi denunciati e il 41,7% dei casi mortali.
L'Istituto nota ancora come, considerando l'andamento pre e post lockdown (fino a maggio compreso e poi da giugno a settembre), la riapertura delle attività abbia rimescolato le carte dei contagi a seconda dei settori. E' ovviamente diminuita l'incidenza dei settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica - quelli in prima fila all'esplosione della pandemia - che è scesa dall'80,6% dei casi codificati fino a maggio al 54,2% del quadrimestre successivo, con un nuovo incremento della quota nel solo mese di settembre. "Viceversa, la graduale ripresa delle attività sospese durante il lockdown è stata accompagnata da un aumento della quota di denunce in altri settori, a partire da quelli che nel periodo estivo hanno avuto una crescita di lavoro, come i servizi di alloggio e ristorazione (passati dal 2,5% del primo periodo al 6,4% del quadrimestre successivo), il commercio (dall'1,4% al 3,4%) o i trasporti (dall'1,1% al 4,9%)".
Un cambiamento che si ripercuote anche sulle categorie professionali coinvolte. I tecnici della salute, per esempio, sono passati dal 39,8% del primo periodo al 26,3% del quadrimestre giugno-settembre, mentre per i medici si è scesi dal 10,3% nella fase di lockdown al 5,7% in quella successiva. Che il quadro si stia complicando, come hanno dimostrato i dati generali sui contagi di queste ultime giornate, è in un certo senso anticipato dal fatto che l'incidenza di entrambe le categorie è tornata ad aumentare in settembre: sintomo, si può pensare, di un sistema sanitario di nuovo sotto stress. "Con la ripresa delle attività, invece, è cresciuta l'incidenza di altre professioni sul totale delle infezioni da Covid-19 denunciate all'Inail. È il caso, per esempio, degli esercenti dei servizi di alloggio e ristorazione (passati dallo 0,6% del primo periodo al 3,5% di giugno-settembre), degli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (dallo 0,5% all'1,4%) o degli artigiani e operai specializzati (dallo 0,2% al 4,8%)".


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