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FCA: bonus da 42 milioni di euro per....Marchionne

07.11.2017 19:42

Marchionne paperone che naviga nell'oro con gli ulteriori 42 milioni di bonus , quelli prodotti dagli operai FCA a cui vanno le briciole dello sfruttamento e la miseria della cassa integrazione. Una evidente ingiustizia, che si perpetua in assenza del conflitto e nel mentre vengono licenziati gli interinali a Cassino"perchè la produzione rallenta". Altro che il solo sciopero del 10 novembre, ci vorrebbe un autunno caldo per ricominciare a rialzare la testa e riprenderci il maltolto !

 

 

Fca, bonus da 42 milioni di euro per Marchionne

Il premio previsto dal piano incentivi per i manager ed è legato al raggiungimento degli obiettivi

 
 
Fca, bonus da 42 milioni di euro per Marchionne
(ansa)
MILANO - Il raggiungimento dei risultati previsti permette a Sergio Marchionne di incassare un bonus da 2,8 milioni di azioni Fca, pari a circa 42 milioni di euro ai valori attuali di Borsa. È quanto emerge da un filing di Fca. Il premio è connesso al piano di incentivazione a lungo termine legato al piano 2014-2018.  Si tratta del corrispettivo, agli attuali valori di Borsa, di quasi 2,8 milioni di azioni, di cui Marchionne ha già rivenduto circa 1 milione di titoli a fini fiscali. Oltre 15 milioni di euro, quindi, vanno in tasse.

In totale il top manager detiene oggi oltre 16,4 milioni di azioni di Fca, di cui 3,9 milioni ricevuti a seguito dei risultati raggiunti. Il premio in azioni incassato oggi da Marchionne era già previsto nel bilancio. Infatti il piano di incentivazione prevedeva che i manager del gruppo, non solo Marchionne, cominciassero a incassare i premi a partire dal terzo anno e in base agli obiettivi fissati in precedenza.

Numeri signficativi, ma non casi isolati guardando quello che accade ad altre grandi imprese. Come ricostruito alcuni mesi fa da Repubblica ad esempio, l'ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina potrà contare - se raggiungerà i risultati prefissati - su un bonus quadriennale massimo di 1,4 milioni, pagabile in azioni e disponibile solo nel 2019. Per il numero uno di Unicredit Jean Pierre Mustier il bonus fissato è di 521 mila azioni, pari a 7,8 milioni di euro ai valori di maggio, ma incassabili solo a partire dal 2024.  L'ad di Generali Philippe Donnet incasserà invece a fine piano, nell'ipotesi migliore, 5,7 milioni di euro, un po' in contanti e un po' in azioni, ma nel frattempo se ottiene il punteggio pieno potrà contare anche su un bonus annuale pari a 1,4 milioni
 

La produzione dei nuovi modelli Alfa Romeo a Cassino frena e 530 degli oltre 800 lavoratori in somministrazione, entrati nello stabilimento Fiat Chrysler di Piedimonte San Germano nel primo trimestre dell’anno, non vengono confermati. Il 31 ottobre è stato l’ultimo giorno di lavoro per buona parte degli addetti, 300 di loro invece lavoreranno fino a gennaio. Una vicenda amara, che ha scatenato la reazione dei sindacati e ha acceso i fari sul piano di rilancio per Alfa Romeo, a corto, sembra, di volumi.

Tra le sigle firmatarie del contratto di Gruppo, il segretario generale Fismic Roberto Di Maulo che chiede l’apertura di «un tavolo di confronto con l’azienda affinché tutti siano al più presto confermati con contratto a tempo indeterminato» mentre Ferdinando Uliano della Fim-Cisl sottolinea la necessità di costruire tutte le condizione per mettere in garanzia occupazionale i 500 lavoratori e poi aggiunge.


Un primo segnale del rallentamento della produzione nello stabilimento che rappresenta il cuore del progetto industriale di rilancio del Biscione si è avuto alla fine dell’estate quando i 330 addetti in missione temporanea da Pomigliano sono tornati alla base. Un segnale preoccupante confermato, nelle ultime settimane, dalla riduzione della produzione di Alfa Romeo Giulia e del suv Stelvio, da 300 a 215 per turno. A Cassino si produce anche la Giulietta mentre la piccola del brand, la Mito, esce dalle linee di Mirafiori, a Torino.«È indispensabile definire a breve l’incontro con l’azienda – aggiunge – come previsto dal contratto di gruppo, a partire dalle situazione critiche di Pomigliano, Mirafiori, Modena, Melfi, rispondendo concretamente alla nostra lettera del 4 ottobre». La Fiom, con Michele De Palma, sottolinea come «il polo del lusso Mirafiori-Grugliasco-Cassino-Modena, che avrebbe dovuto garantire il rilancio di tutti gli stabilimenti, è invece il punto di forte debolezza che si sta scaricando sui lavoratori ».

 

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