17 marzo sciopero generale della scuola
28.01.2017 18:06Il 17 marzo 2017
Sciopero Generale della Scuola
Comunicato Stampa - 19 gennaio 2017
Il governo-fotocopia e la ministra Fedeli varano 8 decreti attuativi della
disastrosa legge 107 per chiudere definitivamente docenti, Ata e
studenti nella gabbia della scuola-azienda.
Fermiamoli!
Il 17 marzo 2017 Sciopero Generale della Scuola per difendere
l’istruzione pubblica.
Facciamo appello agli altri sindacati che si oppongono alla 107 e alle
deleghe affinché convochino anche essi lo sciopero per il 17 marzo.
Incurante della amplissima opposizione alla cattiva scuola della legge 107/2015, che
tanto ha pesato sulla sconfitta netta di Renzi nel referendum costituzionale, il governo-
fotocopia di Gentiloni ha varato otto decreti applicativi di tale legge, ignorando ogni
forma di dialogo con i protagonisti dell’istruzione pubblica e ogni revisione significativa
della 107, al di là di caramellose promesse della ministra Fedeli di neo-concertazione
con i Cinque sindacati “rappresentativi”. Seppure tra fumi di ambiguità le otto deleghe
aggravano il già disastroso panorama della107. Per il futuro reclutamento dei docenti
non si riconoscono le abilitazioni già conseguite né il servizio prestato. Per i
diversamente abili, si superano i limiti di studenti previsti dalla L. 517/78 (20 per classe)
e si mira a ridurre il numero degli insegnanti di sostegno, introducendo corsi di
"aggiornamento" improvvisati per tutti gli insegnanti, per delegare progressivamente tale
attività all’intero personale docente. La delega sull’Istruzione professionale punta a
parificarla alla Formazione professionale extra-scuola, prevedendo indirizzi di studio
minimalisti e meramente esecutivi. Per gli alunni, si ribadisce la centralità
dell’”alternanza scuola-lavoro”, in una forma scoperta di apprendistato gratuito, con
flessibilità fino al 40% del monte orario, con presenze pomeridiane vincolanti per
docenti ed Ata, “contratti d’opera” offerti dalle imprese tramite loro “esperti”, la
valutazione dello studente come “bilancio di competenze” in base ad una presunta
“cultura del lavoro”. E l’”alternanza” viene introdotta con una tesina all’esame di
Maturità, per sostenere il quale è obbligatorio aver svolto gli assurdi quiz Invalsi, pur
non inseriti nell’esame e tolti da quello di Terza media, grazie alla nostra mobilitazione
di questi anni. In quanto poi al ‘sistema integrato 0-6 anni’, unificando, sotto l’egida
degli Enti Locali, asili-nido, scuole materne comunali e dell’Infanzia statali, abbassa
notevolmente il livello della scuola dell’Infanzia pubblica (una delle migliori del
mondo), con gravi rischi per i ruoli delle insegnanti, creando caos gestionali in scuole
primarie già sovraccariche di pesi e di ruoli, visto che i “poli per l'infanzia”
accoglierebbero in un unico plesso o in edifici vicini bambini/e fino a sei anni di età nel
quadro di uno stesso percorso educativo. Non ci sarà la “generalizzazione della scuola
dell’Infanzia”, né la sua “statalizzazione”, né la "gratuità" per le famiglie.Insomma, queste deleghe aggravano le disastrose brutture della legge 107, dal
famigerato “bonus” per i docenti “meritevoli” (i cui nomi i presidi tengono nascosti) allo
strapotere dei presidi, dalla truffa di un “organico di potenziamento” utile solo a
ingigantire la conflittualità tra docenti, ai ricatti pesanti sulla mobilità e sull’organico
triennale, fino all’obbligo di “un’alternanza scuola-lavoro” che mescola l’apprendistato
gratuito ed inutile e la cialtroneria di accordi con aziende “amiche”. Il tutto provocando
un’ulteriore, drammatica dequalificazione del lavoro degli insegnanti, sempre meno
educatori e sempre più “operai intellettuali” flessibili e tuttofare, a drammatico
compimento di un ventennio di immiserimento materiale e culturale di una scuola che si
vorrebbe “azienda” innovativa e che per lo più appare “bottegaccia” cialtrona, arruffona,
gestita da presidi-padroni arroganti e incompetenti. Come docenti ed Ata, con il
contributo di studenti e cittadini che hanno a cuore la scuola pubblica, abbiamo non più
di tre mesi di tempo per respingere queste deleghe e nel contempo far cancellare almeno
i punti più disastrosi della 107. Per questo ci assumiamo la responsabilità di convocare
per il 17 marzo lo sciopero generale della scuola, facendo appello a tutti i sindacati che si
oppongono alla legge 107 e alle deleghe affinché convochino anche essi lo sciopero
nella stessa data, per avere un ampio fronte unitario che faccia saltare anche i nuovi
“giochi di ruolo” concertativi tra i sindacati “rappresentativi” e la ministra Fedeli, il cui
massimo titolo, che ne ha determinato la scalata al MIUR, appare proprio il suo passato
ruolo di segretaria generale della Federazione dei Tessili CGIL. Stabiliremo nei prossimi
giorni come manifesteremo nella giornata del 17 marzo.
Con lo sciopero del 17 marzo, oltre al ritiro delle deleghe, vogliamo che: 1) la mobilità
sia gestita con titolarità su scuola, eliminando gli incarichi triennali (anche non
rinnovabili) decisi dal preside, e garantendo la continuità a tutti i docenti; 2) i fondi del
sedicente “merito” , della Carta del docente e del Fondo di istituto siano destinati alla
contrattazione nazionale per un aumento che, insieme a rilevanti fondi da stanziare per il
contratto, garantisca a docenti e Ata il recupero almeno di quel 20% di salario perso nel
più lungo blocco contrattuale della storia della Repubblica; 3) venga cancellato il
“welfare contrattuale”, che destina parte degli aumenti a diritti sociali che devono essere
garantiti dallo Stato; 4) siano assunti i precari – docenti ed ATA - con almeno 36 mesi di
servizio su tutti i posti disponibili in organico di diritto e di fatto; 5) venga bloccata la
manovra sulle “reti di scuole”, ampliato l’organico ATA, re-internalizzati i servizi di
pulizia, eliminato il divieto di nominare supplenti per gli amministrativi e tecnici anche
per periodi prolungati, e nominati i supplenti per i collaboratori scolastici anche per i
primi 7 giorni, resa giustizia agli ATA ex-Enti locali; 6) sia ridata alle scuole superiori la
libertà di istituire o meno l’”alternanza scuola-lavoro” e di determinarne il numero di
ore, cancellandone l’obbligo; 7) vengano eliminati i quiz Invalsi come strumento per
valutare scuole, docenti e studenti; 8) sia restituito ai lavoratori/trici il diritto di
partecipare ad assemblee indette da qualsiasi sindacato e applicato un sistema
proporzionale di voto senza sbarramenti per l’accesso ai diritti sindacali, con un voto a
livello di scuola e uno nazionale per determinare la rappresentatività dei sindacati ai due
livelli.
Piero Bernocchi
portavoce nazionale Cobas
Stefano d’Errico
segretario nazionale Unicobas
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